I due complessi termali di Fregellae, che si succedono nel tempo fra III e II secolo a.C., permettono di indagare le origini e l’evoluzione iniziale dei bagni nella cultura latina. Articolati in maniera differente l’uno rispetto all’altro, entrambi apportano dati importanti sulle caratteristiche architettoniche, tecniche, tecnologiche, sociali e culturali delle terme repubblicane più antiche.

Il complesso di I fase recepisce alcune tradizioni architettoniche e tecniche originarie dei balaneia greco-occidentali, sebbene si dimostri già adattato alle esigenze specifiche della società latina. L’edificio di II fase, invece, emerge come modello termale assai perfezionato per quanto concerne organizzazione e funzionalità degli spazi, ed è fornito di impianti tecnologici destinati a soddisfare esigenze sociali e culturali concrete. Fra le innovazioni architettoniche e tecnologiche del complesso spicca, oltre alla divisione in due settori, maschile e femminile, la dotazione di importanti infrastrutture per la gestione del calore e dell’acqua: la grande hypocausis, che è conforme a quanto descritto da Vitruvio, l’ipocausto (hypocaustum) dotato di pilae -il più antico di questo tipo finora attestato- e gli alvei collettivi riscaldati, muniti di testudines.